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C’è un sottile confine tra il lasciarsi andare e cadere, tra il rinunciare e il continuare, ma non esistono parole o regole che governano questo mondo fatto di equilibri, trazioni, paura del vuoto, di farsi male. Esistono altri mondi che non appartengono alla carne, altri destini che nascono e muoiono in un giorno, altri ancora che resistono al tempo. Ci sono uomini assetati, donne affamate, e ci saranno ancora per molto tempo, fino a quando l’ultima goccia sarà stata bevuta, l’ultimo pezzo di pane inghiottito. E ci saranno ancora lacrime: mai abbastanza. E ci saranno ancora grida a frantumare queste deboli orecchie, che altro non possono fare che ascoltare. Fino a quando quell’ultima debole luce rimarrà accesa, io continuerò a credere che ancora ci sia la possibilità, anche solo per un uomo, di salvare se stesso e il cuore che porta aggrappato a se, nella scintilla di buio che precede l’inizio del giorno, che brilla fino all’ultimo, quando il nuovo giorno avrà dimenticato il male e sarà pronto ad accettare un’altra giornata macchiata di sangue, di inganni e violenza. Allora forse il mondo si fermerà per un momento, per riprendere il suo cammino inverso, perverso, concluso. Allora spero di non esserci, spero di non sentire l’odore della morte, di non essere più carne.