MILLE VOLTI SENZA VOLTO (pt.2)

Genova, dove uomini raccolti ai bordi delle strade richiamano l’attenzione, chiedendo qualche sporca moneta, da infilare in altrettante sporche mani. Mani che lucidano sotto gli occhi impolverati piccole monete che risuonano dentro ai pugni, come piccoli strumenti di tortura, non ci sono abbastanza monete per riempire le mani, sempre troppo vuote, non ci saranno mai abbastanza monete. Gli occhi degli uomini si rispecchiano costantemente attraverso l’indifferenza di tutto questo mare, che stravolge anche l’uomo meno sensibile, che rende assuefatti delle piccole cose, che nasconde tutto quello che varrebbe la pena di amare. Gli occhi sono quasi chiusi, la notte è passata senza lasciare nessuna traccia nei ricordi, come quelle notti che sono venute dopo, e ancora dopo. Il mare sfrutta la forza costante della perdizione, del ricordo che svanisce lentamente dopo una sbornia, attraverso quest’acqua con le scarpe inzuppate, senza capire il mondo per quello che è. La città rende libero l’uomo schiavo, e rende schiavo l’uomo libero. Il sogno della città, rimanere immutata nel tempo, crescere attraverso tempi assimilati nella giusta misura, senza fretta, la vita ha il suo tempo, ogni frutto verrà colto alla giusta maturazione. Ogni piccolo particolare sarà cresciuto nel tepore, tenuto al caldo nell’attesa di un uomo, di una donna che lo saprà cogliere, che lo farà vivere nel ricordo, quando il giorno più lungo non basta per sopravvivere.
Genova mondo sommerso, dai mille volti senza volto. Acqua che ingorga i sorrisi, che vomitano acqua, bocche senza respiro, occhi senza occhi, bocche sdentate, terra incolta. Genova, figlia, madre di una città primitiva, strade aggrovigliate, pensieri che si contorcono sfuggendo al destino predefinito. Uomo della città, uomo delle strade. Perdita di coscienza, vicoli a perdersi, un equilibrio a perdere. Ti osservo dal mio canale di scolo, dove sembra possibile gettarsi senza sentire dolore, dove è possibile perdere la sostanza, il nome, il numero di riconoscimento. Luogo, gabbia, non luogo, coscienza, coercizione, isolamento, nulla, un bicchiere mezzo pieno, realtà condivisa, isolamento.

4 commenti:

  achab

8 aprile 2009 alle ore 09:27

ti faccio i complimenti,6 molto brava,quello che scrivi è triste ma reale.(forse mi è sfuggito un particolare anche se penso di non sbagliare,6 un lui o una lei.ciao.)

  undercaos

9 aprile 2009 alle ore 00:49

ot
devo abituarmi a questa piattaforma..


bacio del buongiorno


:)*

  Sammy

9 aprile 2009 alle ore 08:41

Sì ero sulla strada giusta :)

  Anonimo

10 aprile 2009 alle ore 05:16

Sai cosa penso di te. Lo sai dal primo momento che abbiamo iniziato a parlare. Non è un periodo bellissimo, per me e la scrittura, che nettamente viene smorzata, quasi fossi incapace. Ma tu prosegui. Vai avanti sbarellando tutto e tutti. Questa sei tu.

Ti abbraccio.
Cinci.